Ci sono cose che mi fanno riflettere, che mi fanno venir voglia di fare analisi dettagliate per cercare di capire quante verità ci siano in dei dati ufficiali o nelle statistiche o nelle parole di questo o quell'articolista.
Quello che nello specifico ha catturato la mia attenzione e che mi ha portata a fare ricerche, sono i dati sulla diffusione di Linux e sull'utilizzo di questo sistema operativo da parte dell'utenza privata.
Ovviamente ho trovato dati di ogni genere e per nulla concordanti, si passa dal 2% fino ad arrivare all'8%, ma sono valori che non mi convincono. In questi ultimi tempi sto assistendo al proliferare di blog e siti che parlano di Linux, che propongono articoli, guide, traduzioni della documentazione che fino a solo a un anno fa era impensabile trovare, senza contare la minore alterigia sui forum verso i newbie. Di conseguenza la domanda è nata spontanea: perchè tanta gente dovrebbe preoccuparsi di lavorare tanto se il numero degli utilizzatori di Linux è così basso? Inoltre le statistiche vengono fatte sulla vendita dei pc e dei laptop e ovviamente questi hanno Windows preinstallato. E se si calcola l'utile di Microsoft per fare statistica e il numero dei pc venduti, Linux che è gratuito e che spesso viene installato dopo o in dual boot ha perso in partenza. Nessuno può affermare con certezza, perchè a nessuno viene chiesto e non mi risulta che siano state fatte indagini di mercato a questo proposito, su quale sistema operativo sia usato effettivamente sul proprio computer.
E' vero che in rete è più facile scoprire che OS usa chi naviga, ma se per esempio, un utente Linux usa un emulatore di Explorer sarà visto come utente Windows e addio statistica.
Non è importante. è vero sapere quanti siamo perchè poco importa, rilevante è il fatto che secondo me Linux non è un sistema operativo di pochi utenti fissati solo con la riga di comando. Molto bello è quello che ho letto in questa
pagina , che risale al 2006 dove si afferma " È MOLTO difficile avere un'idea reale delle dimensioni della comunità Linux. In un certo senso, è perchè siamo noi a volerlo così: noi NON vogliamo nulla di simile ad un controllo centralizzato, e ciò vuol dire che noi non vogliamo neanche che qualcuno dica con autorità quanti siamo.
L'unica cosa di cui possiamo essere sicuri è che siamo "molti" ".
E un'altra pagina molto simpatica di Steven J. Vaughan-Nichols
ci dice che in effetti Linux lo usiamo tutti, che ne siamo tutti utenti, anche a nostra insaputa, navigando, col cellulare, ovunque.
Vediamo bene che il fenomeno è esteso e non di nicchia.
Di contro può capitare di leggere articoli che inneggiano al Chrome OS come
questo e ci fanno pensare che linux sia morto perchè esce questo nuovo sistema operativo che, a quanto ne so, non è nemmeno in beta, che si fonda su Linux e che è minimalista perchè sfrutterebbe tutte applicazioni web based. In pratica serve ad avviare un computer, connetterlo ad internet e aprire il browser e tutto si fa da lì. Senza internet il computer è inutilizzabile. Inoltre, anche se viene pubblicizzato come OpenSOurce è più settario di Windows:è da, per e verso Google. Secondo me, non sono questi i presupposti che mi porterebbero a mandare in pensione il mio Ubuntu, forse sarà il sistema operativo del futuro, le tecnologie cambiano e con esse il modo di gestire anche il proprio pc, ma non siamo ancora pronti ad abbandonare i nostri applicativi e a lavorare esclusivamente on line.
Linux morto? è ancora presto per scrivere il suo epitaffio e il giornalista de La Stampa è stato forse un pò troppo frettoloso a decretarne la fine o forse troppo entusiasta di decantare un OS che ancora è lontanto dall'essere testato a sufficienza.
Ma al di là delle statistiche, delle supposizioni, delle opinioni, delle critiche, quello che ho imparato utilizzando Linux e trattando l'argomento da docente è che Linux non è per tutti, non è intuibile, non è facile come spesso e volentieri un pò superficialmente, io per prima, diciamo, perchè non è solo installarlo e navigare in internet senza problemi, avere il famoso cubo, avere già molto software installato. Secondo me chi sceglie Linux deve essere consapevole che non è per chi ama pigiare un tasto senza sapere quello che fa, per chi ama essere gestito dal proprio computer, per chi accetta qualunque programma anche non testato purchè non richieda la fatica di leggere qualcosa, per chi non vuole sapere cosa sta installando; chi lo installa deve essere cosciente del fatto che potrebbe perdere giornate intere, se si trova di fronte a un problema, a leggere documentazione, a provare, verificare, ma anche sapere che alla fine c'è tanta soddisfazione nel vedere i frutti del proprio lavoro e sapere di avere acquisito tanta conoscenza in più.
Se non ci sono questi presupposti è inutile anche provarci perchè si tornerebbe indietro in men che non si dica, come spesso accade del resto.
E allora che dire sui numeri alla fine di questo percorso? Rientriamo nelle statistiche che ci propinano? Alla fine, dopo tutto questo documentarmi, mi sono resa conto che l'importante è che ci siamo, che ci piace imparare e condividere le nostre esperienze e quanto abbiamo appreso, utilizzando un sistema operativo che è personale perchè possiamo renderlo tale!