mercoledì 28 aprile 2010

Agorà:la storia di una donna straordinaria


Era ora che qualcuno facesse conoscere la storia di Ipazia di Alessandria (370-415), una delle donne scienziate più sfortunate e più grandi della storia.
Io l'ho "incontrata" per caso nel 1998, quando una mia collega mi convinse (costrinse più che altro) ad aiutarla a realizzare un ipertesto sulle donne scienziate della storia. L'ipertesto, dal punto di vista tecnico è, a guardarlo oggi, un disastro perchè a quel tempo, di internet e dei suoi linguaggi sapevo veramente poco, ma il fatto di non trovare notizie, se non scarne frasi su queste donne incredibili, mi ha dato l'input ad andare avanti.
E' così che ho saputo dell'esistenza di Ipazia e il libro di Margaret Alic "l'eredità di Ipazia" mi ha fatto conoscere la sua storia e la fine orribile che ha dovuto subire.
Purtroppo nessuno dei suoi scritti (nati come testi per gli studenti) si è conservato intatto; pare comunque che parte del suo lavoro sia stato incorporato nelle opere di Teone (il padre).
Ciò che sappiamo è che la parte più importante del suo lavoro è nei 13 volumi di commmento all' Aritmetica di Diofanto (il cosiddetto padre dell’algebra). Scrisse anche un trattato in 8 volumi sulle ’’Coniche di Apollonio’’ dove introdusse gli epicicli e i deferenti per spiegare le orbite dei pianeti.
Inoltre si interessò allo studio delle coniche e scrisse un trattato su Euclide e su Tolomeo. Suo è anche il ’’Corpus Astronomico’’, una raccolta di tavole sui corpi celesti. Ipazia si interessò anche di meccanica e tecnologia, disegnò strumenti scientifici tra cui un astrolabio piatto, uno strumento per misurare il livello dell’acqua e un apparato per distillarlo ed un idrometro di ottone per determinare la gravità (densità) di un liquido. Pagana, seguace di un neoplatonismo più tollerante su base matematica, fu considerata eretica dai cristiani. Quando, nel 412, ad Alessandria diventò patriarca Cirillo, iniziò una persecuzione contro i neoplatonici e gli ebrei. Ipazia si rifiutò di convertirsi e di abbandonare le sue idee. Nel marzo del 415 fu assassinata in modo brutale. Con la sua morte finì l’insegnamento neoplatonico in Alessandria e in tutto l’impero.
Ieri sera quindi come non andare con Simonetta (la collega e amica) a vedere il film? Devo dire che, sebbene sia parecchio romanzato, sebbene la fine di Ipazia sia molto più soft di quanto sia stata in realtà, l'ho trovato un bel film, ben strutturato, con una protagonista molto somigliante alla scienziata e dove emerge tutta la forza, il sapere e la voglia di imparare che Ipazia deve aver avuto. Molto appropriata ho trovato la frase che rivolge al vescovo suo ex allievo dove gli spiega che non può convertirisi perchè lei deve sempre dubitare e non può avere una fede assoluta in qualcosa. Sono certa che Ipazia avrebbe pronunciato queste parole in quel contesto così come sono certa che è andata incontro alla morte consapevolmente pur di non accettare compromessi e rinunciare ai suoi studi ed alla sua scienza.