Qualche sera fa, in un servizio del TG nazionale, ho ascoltato tutta una serie di stereotipi che mai mi sarei aspettata.
Il servizio era incentrato sul fatto che molti figli "trovano" i propri genitori su internet e qui pioggia di interviste perchè questo fatto è assolutamente inusuale e impossibile e accade perchè i genitori cercano di seguire i propri pargoli. Ovviamente le risposte degli intervistati confermavano le teorie di chi faceva le domande.
Non nascondo il mio stupore nel sentire tutte queste ovvietà che avrebbero potuto trovare un certo fondamento quindici anni fa quando i genitori avevano paura anche di toccare il mouse e, se fosse sempre così, sarebbe lecito domandarsi come potrebbero dei genitori inesperti controllare un figlio.
Sarebbe bastato, prima di infarcire un servizio di luoghi comuni, fare un pò di conti e ragionare razionalmente per capire che i veri figli di internet non sono i giovani diciassettenni bensì i loro genitori e che non c'è da meravigliarsi se un figlio trova il proprio padre o la propria madre ad esempio su un messenger o su Facebook.
E' vero che ci sono ancora persone che hanno una vera idiosincrasia verso i computer, ma è anche vero che sono davvero rimasti in pochi perchè oggi senza un computer anche la comunicazione è compromessa.
Ho molti colleghi per esempio, che pur non avendo mai acceso un pc, oggi usano skype o le webmail per comunicare con i loro figli lontani e scoprono piano piano le meraviglie di internet. Se era questo che il giornalista del TG intendeva per "seguire" i propri figli posso essere daccordo, solo che questo caso non veniva citato.
Nessuno che abbia detto che una persona può essere un genitore attento ma anche una persona assolutamente integrata nel suo tempo. Sempre retrogradi devono essere 'sti genitori?
Il servizio era incentrato sul fatto che molti figli "trovano" i propri genitori su internet e qui pioggia di interviste perchè questo fatto è assolutamente inusuale e impossibile e accade perchè i genitori cercano di seguire i propri pargoli. Ovviamente le risposte degli intervistati confermavano le teorie di chi faceva le domande.
Non nascondo il mio stupore nel sentire tutte queste ovvietà che avrebbero potuto trovare un certo fondamento quindici anni fa quando i genitori avevano paura anche di toccare il mouse e, se fosse sempre così, sarebbe lecito domandarsi come potrebbero dei genitori inesperti controllare un figlio.
Sarebbe bastato, prima di infarcire un servizio di luoghi comuni, fare un pò di conti e ragionare razionalmente per capire che i veri figli di internet non sono i giovani diciassettenni bensì i loro genitori e che non c'è da meravigliarsi se un figlio trova il proprio padre o la propria madre ad esempio su un messenger o su Facebook.
E' vero che ci sono ancora persone che hanno una vera idiosincrasia verso i computer, ma è anche vero che sono davvero rimasti in pochi perchè oggi senza un computer anche la comunicazione è compromessa.
Ho molti colleghi per esempio, che pur non avendo mai acceso un pc, oggi usano skype o le webmail per comunicare con i loro figli lontani e scoprono piano piano le meraviglie di internet. Se era questo che il giornalista del TG intendeva per "seguire" i propri figli posso essere daccordo, solo che questo caso non veniva citato.
Nessuno che abbia detto che una persona può essere un genitore attento ma anche una persona assolutamente integrata nel suo tempo. Sempre retrogradi devono essere 'sti genitori?
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