domenica 20 aprile 2014

Arrivederci a Gabo che vivrà sempre nei suoi libri

Ho aspettato.... In questi giorni non si parlava d'altro e non volevo aggiungere nulla ma davvero non posso non unirmi al coro, dare il mio personale saluto a Gabriel Garcia Marquez.
L'ho amato molto, come si ama chi sa emozionarti da subito, da quel :
"Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendìa si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio"
Ho letto e riletto "Cent'anni di solitudine" provando sempre le stesse emozioni, amando tutti i personaggi e vivendo a Macondo.
Da molti anni cerco uno scrittore che mi regali le stesse senzazioni che Marquez mi trasmette e oggi sono consapevole che sarà impossibile sostituirlo nel mio cuore di lettrice.
Ho letteralmente divorato tutti i suoi libri restando alla fine con gli occhi chiusi e il tomo sulla pancia ad assaporare tutte le sensazioni che mi avevano emozionato e a conoscere meglio personaggi che libro dopo libro mi diventavano sempre più familiari.
Lo saluto quindi sperando che sia vicino a Santiago Nasar che non è riuscito a salvare e con parole, le sue, che mi sembrano le più appropriate, tratte da un altro libro che prediligo "L'amore ai tempi del colera":
 "Il medico scostò la tenda nera della finestra per avere più luce, diede prima un rapido sguardo agli undici fogli scritti da tutte e due le parti con una calligrafia comprensibile, e non appena ebbe letto il primo periodo capì di aver perso la comunione di Pentecoste."

Lo saluto anche con la consapevolezza che un grande artista non muore mai:parte soltanto.