mercoledì 29 dicembre 2010

Elena è ancora senza stufa

E' passato un anno da quando Elena mi ha scritto che aveva bisogno di una stufa, stavolta lo ha fatto in inglese:
Hello,

My name is Elena, I'm 34 years old and I write to you from the province in Russia.

I work in the library and after my work I can use computer, when possible. I finded
a few addresses on the Internet and decided to write you this letter.

I have a 9-year-old daughter, her father left us, and we live with my mother.

Recently, my mother losed her job because of the crisis in our region, and now our
situation becoming is terrible.

Gas and electricity are very expensive, and we can't afford to heat our home with it
anymore.

Winter is coming and the weather in our region is already very cold. We do not know
what to do, and we are very afraid.

The only way to heat our home is to use a portable stove for heating with wood. We
have wood savings in the barn and they can heat our house all the winter at no cost
to us.

Unfortunately, we can not buy this stove in our local market, because the cost of
this oven is 8,045 rubles, and very expensive for us (the equivalent of 196 EUR).

I hope deeply that you can help. If you have any old portable stove, and if you have
stopped using it, we would be very grateful if you can donate to us and to take
measures for the transportation to us (we live 200 km from Moscow). This
Furnaces are different, they are usually made of cast iron and weigh about 100 kg.

I wish you a Merry Christmas and Happy New Year. I hope that the New 2011 Year will
bring you happiness, good health and all your dreams come true!

Elena.

PS: I am sorry for the mistakes in this letter. I studied English in school, and I
forget many words already...

Ovviamente è un anno più vecchia, gli anni passano per tutti, e anche la sua bambina è cresciuta ma il freddo permane anche se non parla più di temperature. Che il clima sia meno gelido dell'anno passato da quelle parti? Se si considera il tempo dal quale questa mail circola, con i soldi che qualcuno ha sicuramente spedito, la cara Elena si è sicuramente comprata una villa.
Sarei curiosa di sapere come va avanti la cosa e quali sono i termini per spedire il denaro. A me non è arrivata la quintalata di cioccolato al latte che avevo richiesto ma che posso pretendere? Io non ho freddo, non sto in Russia, non ho fatto leva sui buoni sentimenti, su argomenti che possono far mettere mano al portafogli come può esserlo una bambina. Dopotutto questa mail circola sempre nel periodo natalizio e un motivo ci sarà....
Colgo l'occasione per fare i miei auguri a tutti coloro che passano dal mio salotto, in ritardo per Natale ma in tempo per l'anno nuovo, con la speranza che Elena finalmente si compri sta stufa (d'oro magari) e la smetta di rompere!

domenica 21 novembre 2010

Lezione in punta di Wii

Nel futuro della didattica non c'è solo la LIM. Nel giardino del software libero è spuntato un fiore fatto di open source e un tocco di hacking. Si chiama Wiild, e ha spopolato al Linux Day

Roma - In questi ultimi anni, la scuola ha fatto proprie le tecnologie informatiche che sono adattabili ed utilizzabili per la didattica. Questo processo di acquisizione è stato lento e non indolore ma ha portato ad avere, in molti casi, scuole attrezzate e in linea con i tempi. La novità di questi giorni è che le scuole sono state dotate di un certo numero di LIM (lavagne multimediali interattive) che sono destinate, pian piano, a soppiantare le lavagne col gesso e con i pennarelli alle quali tutti gli insegnanti sono abituati.

Avere a disposizione una LIM mette il docente in condizione di fare il proprio lavoro in maniera (per l'appunto) interattiva, usandola come una lavagna ma anche, con il software apposito, di creare lezioni multimediali con video, voce ed effetti speciali vari salvando il tutto su file e rendendo così possibile aggiornare e modificare le varie unità didattiche; nonché di consentire agli alunni a casa di mettersi in pari con le spiegazioni come se fossero stati presenti.

Meraviglioso dirà chi legge, ma i costi di questa attrezzatura non sono insignificanti, e prima che in ogni aula ci sia una LIM potrebbero passare decenni. La soluzione nell'immediato però potrebbe essere la wiild che sostituisce degnamente la LIM e che è stata protagonista in numerosi Linux Day lo scorso 23 ottobre. A tal proposito, visto che anche a Grosseto se n'è parlato, il presidente del Grolug Fabrizio Felici ha accettato di parlarne a Punto Informatico.

Punto Informatico: Che cos'è la Wiild?
Fabrizio Felici: La Wiild, ovvero Lavagna Digitale Wii dal nome di una famosa console videoludica, è un progetto nato nel 2007 e sviluppato rapidamente in vari paesi di tutto il mondo (non per niente è tutto software libero), per offrire un'alternativa efficace e a basso costo della LIM, Lavagna Multimediale Interattiva. Si basa su un principio molto semplice: la rilevazione dei movimenti che vengono fatti su una superficie piatta (schermo, telo, parete...), per poter dare dei comandi a un computer come se si avesse il mouse in mano.

PI: Cosa serve di preciso per ottenere una lavagna di questo tipo?
FF: Il cuore del sistema è il telecomando bianco a raggi infrarossi chiamato "Wiimote", che fa da traduttore di questi movimenti per il computer. L'attrezzatura necessaria è un normalissimo computer, solitamente ma non necessariamente portatile, collegato a un proiettore che proietta l'uscita video del computer sulla superficie prescelta e una penna a raggi infrarossi che funge da telecomando con un solo pulsante.

PI: Quali sono le funzioni dei diversi componenti?
FF: Il Wiimote cattura i movimenti e le pressioni della penna sulla superficie tramite i raggi infrarossi che essa emette, e li re-invia al computer via bluetooth, ovvero via radio. Prima di iniziare c'è bisogno di una veloce fase di calibrazione, con la quale definire al Wiimote quali siano i bordi del nostro schermo, cosicché esso sarà in grado con precisione di "sentire" da quale punto del rettangolo è stato inviato il raggio dalla penna, e di dirlo al PC che si comporterà di conseguenza, solitamente facendo conto che in quel punto è stato cliccato il pulsante del mouse.

PI: Quali i vantaggi di questo sistema?
FF: È facile capire e immaginare le potenzialità di avere il controllo remoto del proprio schermo, di poter stare viso a viso con la platea invece che seduti alla tastiera. Esattamente come una lavagna coi gessi, si scrive, si clicca, si fa quel che si deve e poi ci si gira per mostrare quello che si sta facendo e interagire.

PI: Quali sono i costi effettivi per costruire la propria Wiild?
FF: Posto di avere un computer che non deve essere particolarmente potente, i pezzi necessari sono i seguenti: proiettore (da 350 Euro), Wiimote (39 euro), penna a infrarossi (15-17 Euro). Oltre a questi ci può essere necessità di un dongle bluetooth su porta usb (10 Euro), e con questo set qualsiasi computer funziona. Volendo possiamo aggiungere all'occorrenza un apposito supporto in plexiglas per il telecomando (20 Euro) da avvitare a un treppiedi (5 Euro), e se non sivuole cambiare continuamente le batterie del telecomando un pacco batterie ricaricabili via usb (10 Euro).

PI: Quali sono invece i costi del software?
FF: Il software, essendo libero, non ha costi di licenza. Aggiungo che farsi una penna da soli è piuttosto semplice: basta 1 batteria stilo, un interruttore microswitch e un emettitore led a 940nm, cose che con 3-4 Euro si comprano. Già tre del nostro gruppo sono riusciti nell'impresa, facendo 3 penne differenti tra loro e funzionanti.

PI: Qual è il software disponibile e quali sono i sistemi operativi compatibili?
FF: Il software di supporto necessario alla traduzione dei clic sullo schermo, come molti software liberi, è disponibile in Rete in varie versioni e per tutti i sistemi operativi desktop (Windows, Mac e GNU/Linux). Uno dei più diffusi e sviluppati si chiama python-whiteboard, e ad esempio è disponibile nativamente per Debian e Ubuntu. Questo permette il collegamento con il telecomando e la calibrazione dello schermo, da qui in poi si può operare.

PI: Wiild è compatibile con altri software?
FF: Ci sono altri software interessanti da farci funzionare assieme, sempre facilmente reperibili in Rete, come tutti quelli del pacchetto Educational di GNU/Linux, una tastiera virtuale cliccabile a schermo, e il più interessante: Ardesia, sviluppato tra l'altro da un bravo programmatore italiano. Quest'ultimo permette di scrivere in primo piano sullo schermo usando la penna come un gessetto, e tra l'altro dà modo di salvare in PDF e addirittura registrare quello che si sta facendo con VLC. Vale la pena ricordare che è tutto software libero, aperto e senza costi di licenza. Tra l'altro c'è una comunità dietro, una mailing list che risponde prontamente con competenza per qualsiasi problema.

PI: Quanto tempo richiede l'installazione e la calibratura?
FF: Il tempo di accendere il proiettore, poi il computer, e nel frattempo che il sistema carica si installa il telecomando a 30 gradi a sinistra del proiettore (angolo tra i due segmenti proiettore-lavagna-Wiimote, che va puntato al centro dello schermo) se il relatore è destrorso, 30 gradi a destra se è mancino. Poi si attiva il Bluetooth, si accende il programma di calibrazione, si premono i tasti 1 e 2 del telecomando, e dopo 30 secondi si presenta lo schermo di calibrazione. A questo punto si deve solo "cliccare" la penna nei cerchietti ai 4 lati dello schermo, in sequenza.

PI: È un sistema alla portata anche di un docente magari non proprio avvezzo all'utilizzo della tecnologia?
FF: L'istallazione è la parte più lunga ma basta un poco di pratica, magari due prove assieme a qualcuno che c'è riuscito, seguire le 2-3 regole suddette e tutto funziona. Un appassionato di informatica ci riesce al massimo al secondo tentativo. Alle nostre dimostrazioni, poi, diamo sempre modo di provare la penna a chi non l'ha mai sperimentata: dopo un minuto di incertezza perché la penna va messa obliqua, si divertono a usarla. Probabilmente si stupiscono quanto ci siamo stupiti noi la prima volta per quanto sia facile.

PI: Ci sono differenze significative Wiild e la LMI?
FF: Didatticamente proprio no, fanno le stesse cose, sono schermi interattivi. Un touch-screen, una tavoletta grafica, non ha bisogno di essere calibrato ogni volta, e non ha batterie nel telecomando, ma ciò non giustifica certo la sproporzione di costo. Tra l'altro mi risulta che mentre nella Wiild la scelta di software sia praticamente senza limiti (tutto quello reperibile sotto GNU/Linux) ciò non è altrettanto vero per la LMI, che ha un set di programmi limitato per il suo buon funzionamento.

PI: Come si possono creare le lezioni interattive per la Wiild?
FF: Le lezioni si possono preparare con OpenOffice.org ad esempio, esattamente come si preparano i lucidi per una presentazione, oppure come detto usare programmi educativi. I siti di riferimento sono wiild.it per il progetto in sé, e dossierscuola.it per trovare una guida all'introduzione del software libero a scuola, che comprende indicazioni su molti ottimi programmi da utilizzare.

PI: Perché si dovrebbe preferire Wiild a una LMI?
FF: Pariamo dal motivo più evidente, le ridotte finanze scolastiche: il costo molto più basso. Con una LMI si acquistano 5 o 6 Wiild, e dove non ci sono soldi per comprare nemmeno una LMI ci possono essere alcune Wiild. Tra l'altro, volendo nulla vieta di far girare il proiettore tra le classi, ormai sono attrezzi portatili. Inoltre, con la Wiild si acquistano degli strumenti utili per altri scopi (il proiettore), e basta poco tempo e nessuna spesa per avere un sistema sempre aggiornato agli ultimi programmi disponibili. Quello che costa è l'hardware, che dura nel tempo ed è perfettamente scindibile dal software.

PI: Non c'è solo l'aspetto economico da considerare.
FF: Motivi pratici: quello che gira nel sistema Wiild può funzionare in qualsiasi computer che è a casa, quindi gli studenti sono liberi di usare il materiale didattico come vogliono. Motivi di affidabilità: se si guasta una LMI quanto costa accomodarla e chi la ripara? Una Wiild fatta da soli è sempre sotto controllo. Motivi di libertà: non ci saranno mai imposti degli standard chiusi, per cui una LMI può non funzionare col materiale di un'altra LMI, mentre tutti i PC del mondo possono funzionare con quelli che usano le Wiild. Infine, motivi etici: il software libero nella scuola, per il suo alto valore di educazione alla legalità e alla condivisione del sapere e della cultura.

PI: Dopo averla sperimentata, potresti affermare che consente a un docente di svolgere il proprio lavoro come se si trovasse davanti a una lavagna di tipo tradizionale (quella con il pennarello o con il gesso)?
FF: In realtà la Lavagna Digitale è un passo in avanti rispetto ai gessetti, e questo non sono io a dirlo ma insegnanti cui è stato presentato il progetto.
L'idea di lavorare interattivamente col computer di fronte a una classe, di coniugare le presentazioni digitali con l'interazione e la libertà di una lavagna tradizionale, accende l'entusiasmo.

PI: Occorre la motivazione dell'insegnate a effettuare questo cambio di strumenti.
FF: Certo, l'insegnante deve essere preparato al salto digitale, deve potersi immaginare cosa fare di più e meglio con un computer alle spalle. È quasi inutile usarla per scrivere elettronicamente ma come su una lavagna di ardesia: ma se si usano dei programmi educativi, o presentazioni, la cosa cambia. Cambia il modo di fare lezione, è un grande e affascinante rinnovamento, specie per gli studenti più piccoli. Anche il solo fatto di poter proiettare un libro elettronico, e leggerlo, commentarlo, sottolinearlo, correggerlo, prenderci appunti sopra, può essere interessante.

a cura di Patrizia Bisaccia
fonte:Punto Informatico. La pubblicazione su questo blog è a cura dell'autrice.

Come nasce un libro Open Source?

Siamo abituati, quando parliamo di OpenSource, a pensare al software, così come quando parliamo di CC pensiamo alla licenza libera con la quale si condividono legalmente e si preservano le opere intellettuali che di solito troviamo su Internet. Non penseremmo mai di associare entrambe le cose a un libro e per di più, oltre che in formato elettronico, anche in quello cartaceo. Invece è successo, esiste un libro di testo di matematica open source e rilasciato con licenza CC.

L'idea di realizzare tutto ciò è venuta al professor Antonio Bernardo, docente di matematica presso il Liceo Scientifico "Banzi" di Lecce, autore di numerose pubblicazioni nonché fondatore nel 2000 del sito matematicamente.it nato per "cercare strategie per coinvolgere i ragazzi, per avere un feedback dagli studenti, con giochi e curiosità ma anche fornendo una visione ampia della materia", come lo stesso fondatore dichiara in un'intervista. Il sito ha avuto subito molto successo, ma il successo riscosso non era completo per il docente e matematico: da qui il volersi cimentare in una nuova impresa, innovativa e senza dubbio unica nel panorama italiano (analoghe iniziative sono in corso negli USA).

È così venuto alla luce un libro di testo, dal titolo "Matematica C3" dove una C rappresenta Collaborative, una Creative e l'altra Commons, pensato per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado. Sfongliandolo lo si trova semplice, chiaro, ben strutturato: probabilmente risulterà gradito persino agli studenti che si troveranno da usarlo, tanto più che è dotato di una caratteristica molto differente rispetto agli altri libri che possiedono. Il testo è integrabile da chiunque ne abbia le conoscenze, un testo da rendere sempre migliore e che di conseguenza non ha prezzo (in tutti i sensi).
Il professor Bernardo ha accetto di rispondere ad alcune domande sul progetto e sul libro.
So che lei ha alle spalle diverse esperienze editoriali: come è nata l'idea di questo testo così diverso da quanto siamo abituati a vedere?
Quando si scrive un libro di testo, specie se a più mani, e si fa pubblicare da una casa editrice i costi sono elevati e i guadagni per gli autori sono irrisori. Diventa poi anche più complesso aggiornare l'opera in quanto il libro "appartiene" all'editore. Guardando il libro di testo sia con gli occhi dell'insegnante che lo usa, sia dell'autore che lo scrive, mi son reso conto di un fatto banale ed elementare: chi scrive i manuali scolastici sono gli insegnanti, chi li usa sono sempre gli insegnanti e gli studenti, chi sfrutta economicamente questo meccanismo sono invece operatori esterni alla scuola. Rappresentanti, librerie, editori.
È possibile cambiare questo percorso?
Oggi ci sono gli strumenti, sia quelli elettronici, sia il sistema della stampa on demand, che permettono di "circuitare" direttamente gli insegnanti/autori con gli insegnanti/studenti fruitori, lasciando all'esterno il mondo dello sfruttamento economico dell'opera e per questo motivo mi sono deciso a intraprendere questa strada e diventare editore io stesso.
Quanto tempo ha richiesto la sua realizzazione?
Da un po' di tempo avevo questa idea ma avevo paura a partire, più per gli aspetti legali che per quelli organizzativi, immaginavo che sarei andato allo scontro con interessi economici piuttosto forti, e sarei andato a scontrarmi anche con aspetti burocratici per niente banali. Poi, una volta preso il coraggio di partire ho potuto constatare che molti docenti hanno apprezzato l'idea e si sono dimostrati entusiasti di collaborare: una volta messa in moto la "macchina organizzativa" poi non si torna più indietro. Dalla fase iniziale di progettazione, di definizione di una linea comune, alla prima stesura del primo volume sono passati un paio d'anni.
Due anni sono bastati a completare tutto il percorso?
Il progetto è ancora all'inizio perché speriamo di completare i volumi per tutti e cinque gli anni della scuola superiore, tuttavia essere riusciti a portare a completamente il primo volume è stato un grande risultato. Essere riusciti a chiudere il ciclo di produzione del primo volume significa che il progetto è realizzabile.
La scelta della CC è stata sua? Se sì, perché?
Ho scelto la CC più aperta per dare la possibilità a tutti di personalizzare il testo e condividerlo. L'insegnante che adotta e utilizza questo libro ha modo di modificare o suggerire modifiche in base alla scuola in cui insegna, al proprio modo di lavorare e alle esigenze dei suoi studenti. Il libro quindi può essere non solo liberamente condiviso ma anche personalizzato.
Ho notato che sul testo stampato non c'è il bollino SIAE...
Prevedendo complicazioni burocratiche mi sono proposto come editore del libro e gli ho assegnato un codice ISBN in modo che potesse essere inserito con facilità tra i libri di testo adottati, anche per questo ha una sua versione cartacea. Per i libri il bollino SIAE serve a garantire l'autore e a certificare il numero di copie vendute, in modo che l'editore gli corrisponda il dovuto secondo contratto. Per questo libro non ci sono diritti da pagare né agli autori né all'editore, pertanto non ha senso tenere un conteggio esatto delle copie vendute né ha senso certificare l'originalità del libro, poiché come accade con la licenza Creative Commons non ci sono copie originali e copie contraffatte: tutte le copie, anche quelle stampate in casa o fotocopiate, sono legittime.
Cosa si aspetta da questo libro sempre in continua evoluzione e modificabile da chiunque ne abbia le competenze?
Che diventi uno standard di riferimento per gli insegnanti di matematica e viva di vita propria indipendentemente dalle persone che in questo momento sono gli autori, un po' come per i software Open Source. Quello che vorrei si realizzasse è che questo manuale non appartiene a nessuno in particolare ma allo stesso tempo è di tutti.
Ha avuto molte adesioni da persone che volevano farne parte?
Adesioni tantissime e tuttora ce ne sono, ma a questo punto del lavoro ho notato che chi vuole interagire fa fatica a mettersi al passo e la cosa più complicata, sono certo, sarà soppiantare chi andrà via. Per la mia esperienza sulla gestione di community bisogna creare le condizioni affinché le persone entrino ed escano dal progetto secondo le loro spontanee esigenze e desideri, ma facendo in modo che il progetto continui a vivere, a migliorarsi, ad ampliarsi o più semplicemente ad evolvere con le esigenze, in questo caso, della scuola.
Da quello che ho visto, guardando il libro devo dire che è molto ben fatto. Come hanno fatto, persone che vivono in città diverse, hanno esperienze e modi di lavorare diversi, a raccordare il loro lavoro?
In effetti, le persone del gruppo promotore, coloro che hanno fatto proprio il progetto condividendo aspettative e risultati, non si si sono mai incontrate fisicamente, ma devo dire che non è stato un handicap: Internet, e gli strumenti che offre, fa sì che ci si possa confrontare anche in tempo reale. Periodicamente infatti teniamo delle chat di redazione per raccordare il lavoro, ma ognuno lavora per conto proprio e condivide il lavoro prodotto.
Cosa le fa ritenere che un libro scritto da un gruppo che possiamo definire di appassionati, non scrittori professionisti, possa essere ugualmente efficace?
So per esperienza che un libro di testo scritto da professionisti che non siano docenti o anche studenti (perché no?) risulta poco efficace perché bisogna avere esperienza nel settore specifico del quale si vogliono affrontare le tematiche, e anche il giusto linguaggio perché un libro di testo possa davvero definirsi tale. Tengo a precisare che sarebbe più corretto definirlo manuale, poiché è pensato non tanto per la teoria, quella è materia per il docente, quanto per fornire un'ampia scelta di esercizi che sono più complessi da preparare. Una delle indicazioni principali per chi scrive il testo è quello di raccontare la matematica allo stesso modo in cui la racconta in classe di fronte agli studenti. Il libro quindi non è rivolto a un pubblico di studenti immaginari, ma agli studenti che siamo abituati ad avere in classe.
PI: Se altri volessero darle una mano, come dovrebbero fare? Di quali strumenti avrebbero bisogno per farlo? In pratica che tipo di aiuto più vi serve?
AB: Ci sono diversi livelli di collaborazione. Un piccolo gruppo di autori che scrivono una prima stesura della teoria con qualche esempio e qualche esercizio. C'è poi chi rivede ed integra il testo. Ma soprattutto ci occorre chi poi scrive gli esercizi, chi è in grado di svolgerli e verificarne il risultato preferibilmente usando i software di calcolo simbolico. In realtà quindi serve molto lavoro di chi legge e corregge il testo, di chi lo integra con esercizi meglio se originali, con qualche idea nuova, di chi trova gli errori nel testo degli esercizi o nel risultato. Per questo tipo di lavoro gli studenti sono più adatti degli insegnanti.
Cos'altro?
Poi ovviamente serve qualcuno con competenze specifiche per spostare i contenuti e le immagini da un software a un altro, qualcuno che migliori le figure e qualcuno che dia un aiuto sotto l'aspetto "estetico", si sa che noi matematici non siamo molto bravi in questo.
PI:La sua è sicuramente una pietra miliare nel campo dell'editoria e nella scuola: pensa che aprirà la strada a un nuovo modo di fare cultura?
AB: Ovviamente saranno i risultati dati dalla verifica in aula a dire quale sia veramente il valore di questo progetto. Le idee di partenza sono buone, ma la vera sfida è poi combattere sul campo per risolvere man mano tutte le problematiche che si presentano. Sarebbe una sfida "culturale" più ampia se si riuscisse a diffondere l'idea di una scuola più democratica, più libera, dove ognuno può attingere almeno alle risorse di base, in questo caso un manuale di matematica, in modo gratuito, senza segreti per nessuno: un libro che si sa in partenza che è condiviso da un buon numero di docenti di tutta Italia che insegnano in differenti tipi di scuola, cosa quest'ultima non facile da realizzare nemmeno per una grande casa editrice.
Pensa che altri, di altre discipline, seguiranno la sua strada?
Io spero di sì, e poi lo stesso Ministero dell'Istruzione sembra orientato a privilegiare i libri elettronici, quelli scaricabili da Internet, spero che si vada sempre di più in questa direzione. Tuttavia ritengo sia molto più facile realizzare a più mani, quindi collaborativamente, un testo scientifico che non ad esempio uno di letteratura o storia, dove l'impronta dell'autore è più importante. Probabilmente, invece, per testi antologici di brani di classici come se ne vedono tanti su Internet, la cosa dovrebbe essere molto più semplice. Si potrebbero ad esempio raccogliere un po' di questi brani e farne un manuale scolastico. Speriamo che quando si diffonderà il nostro manuale anche altri colleghi di altre discipline si rendano conto che è un progetto fattibile.
Sa se ci sono state scuole che hanno adottato il testo?
Al momento sono sei ma ricevo richieste ancora oggi, qualche scuola si è lasciata la possibilità di adottare il nuovo libro a settembre. In ogni caso bisognerà aspettare almeno un paio d'anni affinché il libro si diffonda.
Se una casa editrice le proponesse la pubblicazione (con tutto ciò che questo comporta) accetterebbe?
Ho scelto di essere editore proprio per evitare di rivolgermi ad una casa editrice, e quindi direi proprio di no. In ogni caso il libro non è solo mio ma di tutti quelli che vi partecipano, e ciascuno mi ha rilasciato una liberatoria sulle condizioni di utilizzo dei materiali prodotti. Il libro è nato con licenza Creative Commons e tale resterà.
Non crede che in parallelo al suo libro dovrebbe essere portata avanti la conoscenza e la diffusione del software libero?
Lavorando con persone che in molti casi non hanno una preparazione informatica ho preferito lasciare libera scelta agli autori sugli strumenti da usare, in quanto ritengo che le persone non possono essere obbligate a studiare un software che useranno occasionalmente. Il prodotto finale è rilasciato in due versioni, quella PDF pronta per la stampa, e quella in OpenOffice che è stato scelto dopo aver valutato diversi software liberi perché ha un buon editor per le formule matematiche. La versione in Openoffice può essere modificata a piacimento da chi il libro lo deve usare.
Non sarebbe più corretto realizzare lo stesso libro con strumenti liberi?
In generale io vedo il software come una cosa di cui uno non si deve accorgere: noi lavoriamo sui contenuti, il software deve essere trasparente, invisibile. In ogni caso, scinderei il problema della diffusione del software libero dalla creazione di manuali scolastici come il nostro.

Tutti coloro fossero interessati o curiosi possono avere informazioni sul manuale o scaricarlo da qui. Il testo sarà presentato alla Convention delle associazione italiane per il software libero che si terrà a Puntone Scarlino (GR), Baia dei Gabbiani, i giorni 10, 11 e 12 settembre prossimi.

a cura di Patrizia Bisaccia

fonte:Punto Informatico. La pubblicazione su questo blog è a cura dell'autrice.

Aggiornamenti

E' molto tempo che non scrivo, forse troppo, ma capitano cose che stravolgono la vita e non lasciano spazio ad altro. Bisogna però scuotersi e quindi eccomi ancora qui ad aggiornare i frequentatori del mio salotto.
Qualche mese fa, avevo parlato del libro open source, ma una sera a una cena del Grolug, ho avuto modo di sfogliarlo e vedere che bel libro fosse. Avevo tante domande, curiosità da appagare e così mi sono messa in contatto con il suo ideatore e gli ho proposto un'intervista. Ho trovato Antonio Bernardo molto disponibile e nel momento in cui l'ho intervistato ho sentito non solo l'entusiasmo di chi stava proponendo una cosa innovativa e un senso pratico che solo un matematico può avere ma anche una sincerità nel rispondere alle domande che gli ponevo che mi hanno confermato quanto valido fosse il progetto che sta portando avanti.
Poi è stata la volta del Linux day e anche lì la mia curiosità è stata stuzzicata dalla wiild e proprio in questi giorni ho concluso e pubblicato una nuova intervista al presidente del Grolug che per l'appunto la wiild l'ha presentata.
Posso affermare che per una persona curiosa niente dà più soddisfazione che intervistare le persone che stimolano curiosità e che, con le loro risposte, possono colmare la sete di sapere.
Avevo pensato di non pubblicare qui le mie interviste perchè in effetti non mi appartengono più dal momento che ne ho ceduto i diritti ma nulla mi vieta di farlo se cito la fonte e posso dar modo ai miei lettori di leggerle anche qui.
Buona lettura a tutti.

mercoledì 25 agosto 2010

Convention associazioni italiane per il software libero 2010


Per il secondo anno consecutivo il Grolug organizza la manifestazione promossa dall'Italian Linux Society e che si svolgerà a Puntone Scarlino (GR), Baia dei Gabbiani, dal 10/09/2010 al 12/09/2010.
La convention riunisce diverse associazioni che si occupano di GNU/Linux e di Software libero e vi partecipano quest'anno rappresentanti di ILS, del progetto PLIO, di AsSoLi, di GFOSS ed ovviamente è aperta a tutti i LUG che vorranno intervenire.
E' un modo nuovo di confrontarsi, scambiarsi esperienze, opinioni, acquisire nuove conoscenze e fare nuove amicizie.
Qui trovate maggiori informazioni.

martedì 24 agosto 2010

Le meraviglie di Gaudi

Non sono un'esperta d'arte e non mi sognerei mai di analizzare le opere delle quali voglio parlare da un punto di vista tecnico ma solo descrivere quanto mi hanno emozionato le opere di Gaudi a Barcellona o il progetto dell'altare di Palma di Maiorca.

E' uno stile che non ha eguali quello di Gaudi e non credo di aver visto opere architettoniche che nemmeno lontanamente lo ricordano, sebbene abbia avuto molti imitatori e ancora ne abbia.




Vedere, a Barcellona, le case Vicens e Batlló e soprattutto la Sagrada Familia che sembra un castello di sabbia è un'esperienza che lascia senza fiato. Non mi è piaciuto però per niente il contrasto di colore tra la parte preesistente (quella di Gaudi) e quella nuova e mi domando perchè non abbiano cercato di fare in modo che i colori fossero uguali.
Non basta rispettare le scelte architettoniche del maestro per far sì che la chiesa risulti un insieme armonico. Chissà se la vedrò completata, anche se come diceva la guida, i soldi per finirla ci sono e che in molta parte sono i turisti che hanno contribuito a reperire la somma necessaria, ma ha aggiunto anche, particolare agghiacciante, che potremmo trovarci di fronte delle macerie tra qualche anno perchè proprio sotto dovrebbe passare la linea ad alta velocità. Mi hanno fatto male al cuore queste parole e mi sono domandata come si può mettere a rischio un tale capolavoro che è pure patrimonio dell'umanità. I lavori sono iniziati però ugualmente e parallelamente al completamento della Sagrada Familia. Non ci resta che aspettare e sperare in bene.

lunedì 9 agosto 2010

Addio libri?



Leggevo con grande stupore che i libri in formato cartaceo sono stati superati nelle vendite, secondo Amazon, dagli e-book.
Con l'avvento dei tablet pc non c'è da meravigliarsi perchè si può leggere tranquillamente in qualsiasi posto senza doversi portare dietro un laptop o un netbook. Tuttavia questa cosa mi sconvolge perchè temo che, se i libri non venissero più stampati si perderebbe quella magia di sfogliare le pagine, dell'odore della carta, verrebbe a mancare la voglia di sognare con il libro aperto appoggiato sul corpo e la sensazione di essere con i personaggi che si prende ad amare via via che le pagine scorrono. Quanto sarebbe freddo farlo con un tablet pc!
Per una come me che ama leggere, che ama i libri, che mai è riuscita a leggere un e-book (se mi è capitato anche solo un racconto l'ho stampato), come potrà essere il futuro? Quando leggo mi piace stare sdraiata, con un caldissimo plaid d'inverno, immersa nella trama al punto di non accorgermi di cosa mi accade intorno, di non sentire nulla al di fuori delle parole che mi scorrono sotto gli occhi, delle immagini e delle sensazioni che ne ricavo.
Quando finisco un libro, dopo averlo chiuso, lo appoggio sulla pancia e mi lascio travolgere da quello che mi ha lasciato, provando tristezza e anche commozione quando mi è piaciuto molto e lascio quasi con dolore i personaggi che mi hanno fatto compagnia per qualche ora o qualche giorno. Non potrò mai rinunciare a questo perchè l'emozione che si ricava e la poesia di un testo stampato non si possono trasferire su un video quale che sia la sua risoluzione!

martedì 6 luglio 2010

Minihowto:Spegnimento portatile Acer Aspire 5715Z con Debian

Da molto tempo il mio laptop, un Acer aspire 5715z, si spegneva e non riuscivo a trovare la causa. Non mi impediva di lavorare ma non potevo effettuare nuove installazioni, guardare per esempio più di un video o usare skype per una telefonata. Le ho pensate tutte:da un problema software, all'alimentazione, a un guasto hardware e ho provato molte soluzioni senza risultato. Mi ero arresa e stavo pensando a un nuovo acquisto quando ieri ha superato se stesso e ha cominciato a spegnersi anche quando cercavo di aprire solo il browser. Ho notato che la CPU raggiugeva il 100% e subito dopo un rumore odioso mi faceva capire che si sarebbe spento. Il problema era quindi il surriscaldamento e, sebbene ci stia bene, in questo periodo di caldo afoso, non è plausibile che accada in ogni stagione. Ho trovato, avendo intuito la causa specifica e facendo una ricerca con Google che è un problema che si presenta solo con Linux perchè il Bios non interpreta che deve far partire la ventola quando ce n'è bisogno in quanto il sistema operativo non riesca a comunicare al Bios le informazioni relative alle letture dei sensori in maniera corretta.
Che fare? Aggiornare il BIOS! Dal sito del costruttore ho scaricato una versione più recente (la 1.45) di quella che avevo e qui è sorto il problema: il file di installazione è un .exe ed io non ho che Debian e quindi dovevo far in modo di crearmi live cd con Windows per mandare in esecuzione il file di aggiornamento. Nuova ricerca e ho trovato questo software che permette di creare facilmente e velocemente un live cd con i files di WIndows che ci sono necessari.Ovviamente il software da solo non basta:serve un pc con Windows e il cd originale che dal pc i files non li prende.
Basta far partire il software, dire dove si trova il cd e automaticamente viene creato un .iso che una volta masterizzato potrà essere usato. Avevo salvato i files che mi servivano per aggiornare il Bios su una pen drive e ho notato che se non la inserivo prima che partisse il cd non la vedeva. Finalmente, pulsante GO dove di solito si trova lo start di WIndows ed esegui, dalla scheda esplora ho cercato la pennina e ho fatto partire il software che ha aggiornato il Bios e poi ho riavviato.
Ho risolto? Non lo so per certo ma so che il laptop non si è più spento, che la temperatura della CPU si è mantenuta su valori accettabili, ho guardato diversi video su youtube per vedere gli effetti e non ho avuto problemi. Io spero proprio di non avere più problemi :)
NB Di solito scrivo anche delle prove che ho effettuato e che sono fallite ma sono state tante e senza risultati, questa è l'unica che ne ha dati.
Nota: Dopo l'aggiornamento del kernel i problemi si sono ripresentati anche se in misura minore perchè di rado, e se facevo troppe cose contemporaneamente, il portatile si spegneva. Credo di aver risolto acquistando le ventole USB, infatti da quando le ho, va tutto a meraviglia.
Mi auguro che questa sia la soluzione definitiva.

martedì 22 giugno 2010

E' nato il primo libro open: Matematica C3


Chi non conosce il sito matematicamente.it? E' una vera miniera per la didattica e per gli studenti ai quali offre materiali veramente validi nonchè approfondimenti e tests e non solo per la matematica.
E chi se non Antonio Bernardo che ha fondato il sito citato, avrebbe potuto avere l'idea di realizzare un testo con licenza Creative Commons?
Il titolo del testo, in formato sia cartaceo che multimediale, è Matematica C3 dove una C rappresenta Collaborative una Creative e l'altra Commons ed è pensato per gli studenti della scuola secondaria di 2° grado "scritto in forma collaborativa e con licenza Creative Commons e vuole sperimentare un nuovo modo di produrre manuali scolastici e un nuovo modo di fruirli. La licenza Creative Commons permette a tutti di scaricare, riprodurre, stampare, fotocopiare e distribuire liberamente e gratuitamente il Manuale. I dettagli su Copyright, tipo di licenza e autori sono riportati all'interno dei singoli capitolo del libro." Questo è quanto leggiamo sul sito e sulla copertina.
Ho avuto modo di sfogliare il libro e l'ho trovato semplice, chiaro, ben strutturato, mi son messa nei panni di uno studente che avrebbe dovuto usarlo e mi son detta che avrei voluto anch'io avere un testo così e trovo anche meraviglioso che sia integrabile da chiunque ne abbia le conoscenze e quindi un testo da rendere sempre migliore e che di conseguenza non ha prezzo in tutti i sensi.
Auguro al Prof. Bernardo e a quanti hanno collaborato a questo progetto veramente innovativo, non ultimo Claudio Carboncini, che conosco e stimo, di trovare tanti docenti disposti non solo ad adottare il testo, ma anche a collaborare.


mercoledì 26 maggio 2010

Il 31 maggio segnerà la fine di Facebook?

Il prossimo 31 maggio potrebbbe essere la giornata più buia per il social network più famoso del mondo perchè in quella data, che verrà ricordata come la giornata mondiale di abbandono di Facebook, molti utenti potrebbero cancellare(?) i loro (?) account.
Non ho simpatia per i social network e per questo in particolare, ne avevo parlato scrivendo le mie motivazioni ed esprimo ad oggi la mia perplessità sulla cancellazione dell'account e sul fatto che qualcosa sia degli autori,con i punti interrogativi che leggete nelle righe precedenti.
In questi giorni ho anche letto di un motore di ricerca che è stato sviluppato con lo scopo di far toccare con mano la violazione della privacy degli utenti e mi è stato anche riferito di come sia semplice ottenere la password di chiunque sia registrato su Facebook (cosa che non scriverò perchè non lo ritengo morale).
Detto questo posso solo consigliare di valutare soprattutto su quanto siano importanti privacy e proprietà.


martedì 4 maggio 2010

Irina mi trova un bell'uomo


Da una settimana la mia casella di posta sarebbe intasata, se le mail delle quali parlo oggi, non finissero tra gli spam. In tutte vengo definita come un bell'uomo o un uomo interessante (vi giuro che mi è stato detto di tutto ma mai di essere un bell'uomo!!!!) e che il mio indirizzo è stato reperito su un sito di incontri che non viene citato. Le mail sono corredate da foto di splendide ragazzine ( a parte una poverina che non riceverà risposte...) tutte ansiose di cucinare e molto sportive.
Facendo una ricerca, ho scoperto che chi risponde, alla fine è invitato a inviare la somma necessaria per il viaggio (ovviamente le ragazze non sono italiane), ma finora nessuna si è mai presentata alla porta dei poveri polli che ci sono cascati e hanno avuto quello che meritavano!
Incollo una delle mail e la foto relativa confidando che possa evitare a qualcuno di cascarci.

My name is Irina!
You have interested me! You beautiful the man and I shall be
very glad to communicate with you and to learn a lot of new
about you!
I love productive leisure, I like to go in for sports, I
like is tasty To prepare, and cheerfully to spend time.
If you will become interested in me and I shall receive the
return answer from you I shall tell to you more about myself
and I shall send you new photos!

sabato 1 maggio 2010

Bufala:Eliane Huet o Ashley Flores?

Proprio stamattina ho ricevuto questa immagine con bufala incorporata:

e ho scoperto che la stessa bufala riguardava non una ma due ragazze! Gemelle? In Stati diversi? Si potrebbero aprire milioni di congetture, perfino scriverci una sceneggiatura strappalacrime per una telenovelas (esistono ancora?). Purtroppo, la cosa grave è che questa mail allarmistica sta circolando parecchio in questi ultimi tempi riscuotendo, come sempre accade in questi casi, molto credito.
Consiglio come sempre di cestinarla per non consegnare la vostra rubrica di indirizzi agli spammer e di documentarvi in caso di dubbio quando ricevete mail di questo tenore.

mercoledì 28 aprile 2010

Agorà:la storia di una donna straordinaria


Era ora che qualcuno facesse conoscere la storia di Ipazia di Alessandria (370-415), una delle donne scienziate più sfortunate e più grandi della storia.
Io l'ho "incontrata" per caso nel 1998, quando una mia collega mi convinse (costrinse più che altro) ad aiutarla a realizzare un ipertesto sulle donne scienziate della storia. L'ipertesto, dal punto di vista tecnico è, a guardarlo oggi, un disastro perchè a quel tempo, di internet e dei suoi linguaggi sapevo veramente poco, ma il fatto di non trovare notizie, se non scarne frasi su queste donne incredibili, mi ha dato l'input ad andare avanti.
E' così che ho saputo dell'esistenza di Ipazia e il libro di Margaret Alic "l'eredità di Ipazia" mi ha fatto conoscere la sua storia e la fine orribile che ha dovuto subire.
Purtroppo nessuno dei suoi scritti (nati come testi per gli studenti) si è conservato intatto; pare comunque che parte del suo lavoro sia stato incorporato nelle opere di Teone (il padre).
Ciò che sappiamo è che la parte più importante del suo lavoro è nei 13 volumi di commmento all' Aritmetica di Diofanto (il cosiddetto padre dell’algebra). Scrisse anche un trattato in 8 volumi sulle ’’Coniche di Apollonio’’ dove introdusse gli epicicli e i deferenti per spiegare le orbite dei pianeti.
Inoltre si interessò allo studio delle coniche e scrisse un trattato su Euclide e su Tolomeo. Suo è anche il ’’Corpus Astronomico’’, una raccolta di tavole sui corpi celesti. Ipazia si interessò anche di meccanica e tecnologia, disegnò strumenti scientifici tra cui un astrolabio piatto, uno strumento per misurare il livello dell’acqua e un apparato per distillarlo ed un idrometro di ottone per determinare la gravità (densità) di un liquido. Pagana, seguace di un neoplatonismo più tollerante su base matematica, fu considerata eretica dai cristiani. Quando, nel 412, ad Alessandria diventò patriarca Cirillo, iniziò una persecuzione contro i neoplatonici e gli ebrei. Ipazia si rifiutò di convertirsi e di abbandonare le sue idee. Nel marzo del 415 fu assassinata in modo brutale. Con la sua morte finì l’insegnamento neoplatonico in Alessandria e in tutto l’impero.
Ieri sera quindi come non andare con Simonetta (la collega e amica) a vedere il film? Devo dire che, sebbene sia parecchio romanzato, sebbene la fine di Ipazia sia molto più soft di quanto sia stata in realtà, l'ho trovato un bel film, ben strutturato, con una protagonista molto somigliante alla scienziata e dove emerge tutta la forza, il sapere e la voglia di imparare che Ipazia deve aver avuto. Molto appropriata ho trovato la frase che rivolge al vescovo suo ex allievo dove gli spiega che non può convertirisi perchè lei deve sempre dubitare e non può avere una fede assoluta in qualcosa. Sono certa che Ipazia avrebbe pronunciato queste parole in quel contesto così come sono certa che è andata incontro alla morte consapevolmente pur di non accettare compromessi e rinunciare ai suoi studi ed alla sua scienza.

mercoledì 24 marzo 2010

Microsoft e la scelta del browser

Lunedì mattina, appena ho acceso il computer al lavoro mi sono trovata un collegamento sul desktop che non avevo creato io.
Il tempo di rendermi conto di questa cosa che mi si è aperta una finestra che mi invitava a scegliere un browser, tra quelli più usati e non, da installare sul mio pc.
Su tutti i computer della mia rete, sulla quale gira Windows XP, ho trovato la stessa icona.
Ricordo che avevo aggiornato sabato tutte le mie macchine facendo un update di Windows ma, come al solito, non avevo idea di cosa stesse accadendo. E' stata quindi una sorpresa, anche poco gradita.
E' vero che Microsoft aveva da tempo un contenzioso con L'UE sul fatto che Explorer fosse imposto all'utenza e non una libera scelta e che avesse perso la battaglia nota appunto come "la guerra dei browser", ma è vero anche che ho provato un certo fastidio nel vedere sul pc che uso ogni giorno un collegamento che non avevo creato io.
Perchè non posso installare un browser nuovo a mio piacere, decidendolo io, senza essere guidata nella scelta (qualcuno nota solo per esempio la prima pagina della schermata proposta e vede solo alcuni dei browser proposti), ma soprattutto non accetto il fatto che sul mio pc si debba poter scrivere senza che io ne sappia nulla.
Sarebbe bastato un comunicato dell'azienda e poi lasciare all'utente la scelta senza invadere la libertà di gestione di un mezzo che è nostro e che dovremmo essere gli unici a poter utilizzare, decidendo chi ci può accedere. Possiamo scegliere il browser ma non chi usa il nostro pc... E' scelta questa?

lunedì 1 marzo 2010

Minihowto:Esplorare files e cartelle su Debian


Per default Debian, non permette di muoversi tra le cartelle ed esplorare i files ma apre una nuova finestra ogni volta che apriamo una cartella, niente percorso quindi come si vede nell'immagine,


Nessuna possibilità di fare ricerche in maniera immediata e semplice, di tornare indietro, di passare da una cartella all'altra come, chi usa Ubuntu, ad esempio è abituato a fare.


Come fare? Aprire una qualunque cartella cliccare su MODIFICA>PREFERENZE>COMPORTAMENTO e spuntare "Aprire sempre in finestre di esplorazione".


Una volta aperta la finestra potremo esplorare i files come ci piace e se clicchiamo sull'icona a sinistra di esplorazione vedremo anche esattamente il percorso del finestra che stiamo esplorando.



So che gli esperti rideranno ma era una cosa che mi mancava il non potermi muovere tra le cartelle in maniera agevole ma, come al solito, smanettando, ho trovato la soluzione :)

domenica 21 febbraio 2010

Ritratto del linuxiano tra leggenda e realtà


L'altra sera, chiacchierando con un mio amico, mi sento dire che è meravigliato per il fatto che io, utente Linux, non abbia mai nemmeno provato a convincerlo a cambiare OS nè tanto meno lo abbia sbeffeggiato perchè persiste ad usare Windows e ad affermare di trovarcisi bene.
Ha detto che sono fuori range così come lo sono tutti gli appartenenti al Grolug.
Gli ho spiegato che chi usa Linux non lo fa per cercare proseliti o promuovere una nuova religione, Linux è un sistema operativo e la scelta dev'essere libera e personale.
Ci sono molte leggende metropolitane su Linux e i suoi utilizzatori: Sono hackers, fissati con la riga di comando, si loggano come root perfino sul tostapane, compilano il kernel ogni 2x3, hanno lo sguardo perso e la casa piena di pinguini, si vestono come barboni e girano scalzi predicando la loro dottrina, sono da evitare perchè puzzano (Stallman è un'eccezione). E' vero che può capitare di incontrare persone "alternative" ma questo non dipende certo dal tipo di OS che usano e coloro che cercano di decantare le bellezze di Linux sono quasi sempre persone che lo hanno installato quel giorno stesso e che alla prima difficoltà torneranno a Windows o che ne hanno sentito parlare soltanto e poichè lo ritengono di moda o per esperti fanno i profondi conoscitori per non essere considerati out.
Non so come sia nata questa convinzione assurda ma so per certo che quando ho scelto di passare a Linux l'ho fatto semplicemente perchè non volevo essere gestita dal mio computer, volevo sapere cosa installavo e dove, volevo adattarlo a mio piacimento e a seconda delle mie necessità, volevo un sistema operativo stabile e sicuro. Non è stato un passaggio rapido e nemmeno indolore perchè non è facile rinunciare alle vecchie abitudini e perchè non si può cambiare in maniera drastica un OS senza prima averne studiato le caratteristiche, i comandi principali, aver affrontato il problema della scelta tra le varie distibuzioni e vagliato quale sia più opportuno provare. Io ad esempio ho scartato a priori Gentoo che ancora oggi non mi sento di affrontare.
E' vero che passo per essere quella fissata con Linux ma, viste appunto tutte le leggende che ci girano intorno, è facile sentirsi appiccicare delle etichette. Tuttavia, quando spiego le differenze tra Linux e WIndows sono molto obiettiva e marco soprattutto il fatto che con Linux ci vuole tanta pazienza e se uno non ne è dotato è inutile che lo installi. So per certo che coloro che sono abituati a Windows non hanno voglia di leggere documentazione appena si presenta una minima difficoltà, non considerando il fatto, che una volta risolto correttamente il problema, questo non si presenterà più. E voglio tacere su quanto si dice dei giochi (ce ne sono molti ora anche per Linux), dei driver (i problemi sono minimi e solo in casi eccezionali), degli applicativi di un certo tipo che girano solo sotto Windows (si può ovviare con un emulatore tenedo il proprio OS).
E i virus? Con un sistema protetto come con Linux non si prendono davvero e non è vero che non li abbiano scritti, ci sono, ma non possono far danni perchè Linux non ha buchi come Windows dove pure un utente limitato può installare ciò che gli pare. E se si usa Wine su Linux? Vi dirò che ho provato a installare un programma dove sapevo che c'era un virus e Wine si è semplicemente chiuso non permettendomi di proseguire.
Sto facendo proseliti? Non credo, sto parlando della mia esperienza e di come io sia pienamente soddisfatta di usare Debian, alla quale sono passata da poco, alla quale sono passata per scelta benchè frequenti un posto poco raccomandabile come un LUG, un luogo dove non si parla altro che in pinguinese e dove il capo non è un essere umano ma un ibrido tra Tux, una volpe e un cinghiale. Provare per credere!


Grazie a Saro...

mercoledì 17 febbraio 2010

Il pericoloso peteivan

Non credevo che ancora circolassero bufale di questo tipo perchè ormai gli utenti internet dovrebbero essere più smaliziati rispetto al passato. Bellissima la frase iN REALTà SI TRATTA DI un hacker, formatta il computer, ti cancella i contatti e ti toglie la password alla posta ettronica".
Le mail fanno anche questo? Da quello che so nessuno ha ricevuto mail da questo mittente e, in caso se ci fosse stato l'allegato, tutti sanno che se la mail non proviene da un mittente conosciuto e verificato, non è che uno spam. Per i più curiosi basta controllare l'allegato con un antivirus se usano Windows e non avere timori se usano Linux.
Incollo al solito il contenuto completo, compreso di errori(povera la nostra lingua!) e formattazione:
Dì a tutti i tuoi contatti della tua lista, di non
accettare nè il contattopeteivan@hotmail.com nè un
video di Bush. iN REALTà SI TRATTA DI un hacker, formatta il computer, ti
cancella i contatti e ti toglie la password alla posta
elettronica.
ATTENZIONE,
se i tuoi contatti lo accettano, pure tu
lo prenderai, così invia il messaggio urgentemente a
tutti, questo è di molta importanza, semplicemente FAI
"copia e incolla".
URGENTISSIMO!
PER FAVORE, INVIA QUESTO AVVISO A TUTTI I TUOI CONTATTI!!!

Nei prossimi giorni devi stare attento: Non aprire
nessun messaggio con un allegato chiamato:
Invito, indipendentemente da chi te lo invia. E' un
virus che BRUCIA tutto l'hard disk del computer.
Questo virus verrà da una persona conosciuta che ti
aveva nei contatti. E' per questo che devi inviare
questo messaggio ai tuoi contatti..
E' preferibile ricevere questo messaggio 25 volte che
ricevere il virus e aprirlo. Se ricevi il messaggio
chiamato:
Invito,
anche se è inviato da un amico, non aprirlo e
spegni subito il computer. E' il peggior virus
annunciato dalla CNN.. 'Un nuovo virus è stato scoperto
recentemente ed è stato classificato da Microsoft come
il virus più distruttivo che sia MAI esistito. Questo
virus è stato scoperto ieri pomeriggio dalla Mc Afee e
non c'è rimedio contro questa classe di virus. Questo
virus distrugge semplicemente il Settore Zero
dell'Hard Disk, dove le informazioni vitali della sua
funzione vengono conservate.
INVIA QUESTA E-MAIL A CHI CONOSCI. COPIA QUESTO TESTO
E INVIALO A TUTTI I TUOI AMICI.
RICORDA: SE
LO INVII A LORO, CI BENEFICI A TUTTI.


Grazie a Carlo per avermela segnalata.

domenica 14 febbraio 2010

Una lunga storia d'amore


Oggi è San Valentino, ancora una volta si ripropone la Festa degli innamorati e, mentre l'anno scorso proponevo una rosa blu, quest'anno ho pensato a un altro tipo di regalo da fare alla persona amata: cosa c'è di più bello di una canzone? Ogni coppia ne ha una, arrivata per caso o scelta da entrambi, ma la canzone d'amore più bella qual è? Pieraccioni in "Fuochi d'artificio" ci dice che è "Una canzone per te" di Vasco Rossi e, sebbene la trovi molto bella, non sono molto daccordo perchè io trovo assolutamente adatta a questa giornata "Una lunga storia d'amore" di Gino Paoli.
Quale che sia la canzone che preferite, nella giornata di romanticismo per antonomasia, condividete la vostra con la persona amata e se non ne avete ancora una, quale migliore occasione per trovarla oggi?

mercoledì 3 febbraio 2010

HOWTO:Connessione wireless con Atheros AR242x su Debian Lenny

Installando Lenny ho trovato che la connessione wireless non era "di serie" e mi sono data da fare per trovare una soluzione e rendere tutto funzionante.
Ho seguito molte guide e poi quando mi ero quasi arresa, in dieci minuti ho risolto tutto e adesso ho un wireless che funziona.
Tutto quello che ho fatto è stato installare da Synaptic i driver madwfi e madwifi-tools che, avevo letto da qualche parte, erano necessari ma mi sono resa conto che in effetti Synaptic il suo lavoro non l'aveva fatto.
Intanto vediamo cosa Lenny installa e va controllato che ci sia:
wireless-tools
wpa-supplicant
Molto utile è stata questa guida http://ubuntuforums.org/showthread.php?t=75451 grazie alla quale ho risolto anche se ho dovuto apportare qualche modifica. Questi sono i passi che ho seguito:
#apt-get -y install build-essential bin86
#cd /usr/src
scaricare in questa directory i driver da qui
http://sourceforge.net/projects/madwifi/ (potete provare a farli installare a Synaptic, se non lo fa andate a cercare nella directory indicata se esiste il pacchetto)
e scompattare madwifi.tar.bz2
# tar -xjvf madwifi.tar.bz2
e a questo punto
# apt-get -y install sharutils
# cd modules (dove si trovano i drivers ma la dir potrebbe chiamarsi anche madwifi
# make clean
# make
# make install
Subito dopo il make clean ho avuto un messaggio di errore e ho trovato la soluzione qui:
http://forums.debian.net/viewtopic.php?f=10&t=38885
quindi ho scritto
# apt-get install linux-headers-$(uname -r)
ho riscritto le istruzioni per compilare e tutto è andato a buon fine.
Ho settato la mia connessione sul network manager con IP statico e riavviato.
Al riavvio ho trovato tutte le reti wireless disponibili inclusa la mia









Un'altra cosa che ho fatto prima di riavviare, ma non è determinante, è stato installare wifi-radar un tool che ho trovato tra le applicazioni installabili e che ho configurato come nel network manager tranne che dove chiede il driver ho scritto wext. Se non si installa non cambia nulla, ho verificato e l'ho rimosso.
IMPORTANTE: non bisogna dimenticarsi di riavviare.
E' stato semplice e veloce anche se ho impiegato qualche giorno per venirne a capo.

domenica 31 gennaio 2010

Addio Ubuntu

E' da quando sono passata a Linux che ero certa che Ubuntu non sarebbe stata la mia distribuzione. Questo non perchè io pensi che non sia valida, ma per il fatto che ne vengano rilasciate due l'anno, con tutto quello che questa scelta comporta, chi mi segue lo sa benissimo. E alla fine mi sono decisa! Ovviamente sono passata a Debian, perchè il cambiamento non fosse drastico in termini di installazione di pacchetti, comandi, ecc. E devo anche aggiugere che non è stato indolore nel senso che, dopo aver installato Lenny, ho voluto provare Squeeze che è ancora una testing. L'upgrade è andato benone, ma sull'aggiornamento di alcuni pacchetti, il mio pc si è spento e non voleva saperne di riaccendersi. Ho lavorato tutto ieri per ripristinare la situazione e sono tornata a Lenny. Un'altra cosa che non mi è riuscito di fare è configurare il wireless, il massimo che ottengo è una connessione senza segnale. Ho seguito tutte le guide che si trovano in rete, ma anche se uso la connessione cablata, non demordo.
Consiglio a tutti coloro che sono in procinto di installare Debian, di scaricare la versione "mini" perchè altrimenti, al momento di ogni nuova installazione chiede il DVD, cosa che trovo molto fastidiosa: è anche uno dei motivi per i quali ho abbandonato OpenSuse.
Chi è abituato a Ubuntu non troverà difficoltà a installare e configurare tutto perchè le differenze non sono grandi (sono compresi ad esempio i codec audio e video) e i pacchetti ufficiali sono assolutamente perfetti perchè testati in tutte le loro fasi. Per il resto sembra di usare una Ubuntu leggermente più complessa ma anche tanto più completa.

mercoledì 20 gennaio 2010

Canonical sulle orme di Microsoft

Molto scalpore ha suscitato il sondaggio proposto da Canonical relativamente alle preferenze degli utenti sul software proprietario da poter installare su Ubuntu.
Personalmente sono rimasta di stucco perchè si tratterebbe di creare un ibrido tra Open e Closed source e si verrebbe meno a quelli che sono i principi fondamentali di quella che viene definita "filosofia dell'OpenSource". E' vero che siamo liberi di avere il software che più ci piace ma se abbiamo scelto un sistema operativo Open è stato senza dubbio per sapere cosa stavamo installando sul nostro computer e far sì di potercelo gestire come meglio crediamo.
Allora per quale motivo Canonical fa questo? Troviamo tutto quello di cui abbiamo bisogno, anche se con nomi diversi, molto più creativi, tra il software open e non sentiamo il bisogno di ricorrere a software proprietari. Dobbiamo pensare che si sta prospettando un futuro per Ubuntu non più Open?
Da sempre mi sono indignata, io che uso Ubuntu, per il fatto che due volte l'anno uscisse una nuova distribuzione, con tutti i suoi problemi e tutti i suoi bugs, che non si fa in tempo a correggere perchè arriva la successiva e mi sono domandata perchè non decidessero di migliorare e perfezionare un'unica distribuzione ed ora ecco il fulmine a ciel sereno! Shuttleworth mi sembra sia affetto dalla sindrome Gates, prima si è dimesso ed ora pensa di cominciare a chiudere il software. Non vorrei che altri seguissero il suo esempio.
Sul sito della FSF si trova scritto: "La Free Software Foundation Europe (FSFE) è un'organizzazione senza fini di lucro dedicata al Software Libero. La FSFE ritiene che le libertà di usare, studiare, condividere e migliorare il software siano cruciali per assicurare un'equa partecipazione alla società dell'informazione. Lavoriamo per creare consapevolezza e supporto per la libertà del software, a livello politico, giuridico e della società nel suo complesso. Inoltre promuoviamo lo sviluppo di tecnologie, come il sistema operativo GNU/Linux, che assicurano queste libertà a tutti i membri della società digitale". Mi sembra che da Canonical queste parole non le abbia mai lette nessuno.