domenica 13 gennaio 2013

La migliore offerta: come Tornatore mi ha delusa

Ieri ho visto il film di Tornatore, ne avevo letto bene e apprezzo questo regista ma temo che sarò una voce fuori dal coro dei commenti positivi.
Premetto che un paio di giorni fa ho letto “Il cielo rubato” di Camilleri e, poiché ci ho trovato delle (troppe?) similitudini ho capito buona parte della trama.
Non racconterò la trama, non parlerò della psicologia dei personaggi, delle loro “patologie” ma farò solo fare alcune considerazioni su ciò che ho trovato poco reale in un film che voleva essere complesso e accurato.
Secondo me un bel film, come del resto un buon libro devono essere convincenti e curati nei dettagli, la storia non deve avere crepe e non devono rimanere dubbi su di essa.
Invece poco mi convince la storia dell'automa, i cui pezzi sono lasciati ritrovare quasi come le mollichine di pane di Pollicino e che una persona attenta ai dettagli, come lo è il protagonista, avrebbe dovuto notare. In quei ritrovamenti non vi è nulla di casuale. E poi se i pezzi erano sparsi per casa, come mai tutta la copertura esterna dell'automa era in una teca e non si sapeva bene cosa fosse? (parole della protagonista).
E perchè il caro vecchietto borioso dovrebbe confidarsi con un ragazzino che è una specie di geniale rigattiere e che oltretutto, a un occhio attento svela, anzi costruisce sotto i suoi occhi, tutti i pezzi del piano per truffarlo?
Si potrebbe dire che Virgil (il vecchietto) non voglia vedere, che è talmente preso dalla ragazza da aver abbandonato ogni forma di prudenza... Eppure non le parla mai dell'automa.
Non mi fa pena quest'uomo, che trovo patetico e se la truffa della quale è stato vittima non l'avesse organizzata il suo degno compare (sì anche Virgil è un truffatore), io la chiamerei giustizia.

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