martedì 15 luglio 2008

Ubuntu a pagamento? Scandalo!

Prima di scrivere su un argomento mi documento e mi soffermo soprattutto sui commenti agli articoli che sto leggendo.
Da qualche giorno fa notizia che Ubuntu 8.04 si trova in vendita a 19.99$ presso la catena Best buy accanto a tutti gli altri sistemi operativi notoriamente più costosi.
Lo scandalo nasce dal fatto che Canonical ha da sempre sostenuto che:
  • il software deve essere disponibile gratuitamente;
  • gli strumenti del software devono essere disponibili agli utenti nella loro lingua madre a prescindere dalle loro abilità;
  • gli utenti devono avere la libertà di personalizzare e modificare il software in qualunque modo lo desiderino.
Questo era contenuto nel 2006 nel manifesto di Ubuntu mentre oggi qui trovate questa dichiarazione:
"Libero e gratuito
Ubuntu è, e sarà sempre, libero e completamente gratuito. Non dovrete mai pagare alcun costo di licenza. Scaricate Ubuntu, usatelo e condividetelo con i vostri amici, familiari o colleghi di lavoro".
Inoltre un vecchio articolo di Repubblica citava:
"Nonostante l'esigenza di far quadrare i conti, tutte le versioni di Ubuntu sono e rimarranno, per ammissione dello stesso Shuttleworth, gratuite".
Cosa è cambiato da allora? Nulla, perchè chiunque lo voglia può sempre scaricare gratuitamente la versione di Ubuntu in vendita, usarla o modificarla come più gli piace, nel pieno rispetto della GPL, rispetto della quale si è avuto anche quando la distribuzione incriminata è stata messa in vendita.
Steve George spiega nel blog che Canonical si è accordata con ValuSoft, una società di distribuzione di software, perchè fornisca supporto agli utenti che acquisteranno la distribuzione, che il box in vendita contiene un CD, una guida e 60 giorni di supporto.

"L'obiettivo" scrive George, "è quello di fornire Ubuntu per gli utenti che vogliono il software e il supporto.
Renderlo accessibile attraverso Best Buy è la possibilità di raggiungere gli utenti che non sono a conoscenza di Ubuntu o che hanno una larghezza di banda limitata o non desiderino scaricarsi Ubuntu.
Le squadre di ValuSoft e Canonical hanno lavorato sodo sulla confezione per mostrare come Ubuntu sia un sistema operativo con software per soddisfare le necessità comuni che gli utenti hanno come "navigare sul web", "Productivity Suite" e "Email". Questo rende molto più facile per un consumatore di rendersi conto se Ubuntu è la distribuzione giusta per loro. Penso che il team abbia fatto un grande lavoro nel presentare Ubuntu in maniera semplice e concisa.
Portare Linux e il software libero a nuove categorie di utenti è fondamentale per la nostra missione e Canonical e ValuSoft, offrendo 60 giorni di servizio a supporto, rendono più facile per i consumatori installare e iniziare con Ubuntu. L'installazione di un sistema operativo di qualsiasi tipo è ancora un compito che mette paura a molte persone e offrire una 'mano' è una grande rassicurazione per il nuovo utente e contribuirà enormemente al successo del prodotto”.
Mi sembra che le motivazioni di Steve George siano più che encomiabili e anzi, voglio aggiungere, che vorrei vedere sempre più spesso sugli scaffali dei negozi distribuzioni Linux e non sempre e solo il solito prodotto al quale siamo abituati.
Ciò che mi ha più indignata, leggendo i commenti a questa notizia, è stato il fatto che gli utilizzatori di Linux non vogliono spendere, eppure non ho mai sentito nessuno lamentarsi quando comprava un pc con Windows preinstallato, dove la spesa era di molto maggiore e sopattutto imposta.
Nessuno impone di comprare Ubuntu se non vuole ma lasciamolo su quegli scaffali a testimoniare che la differenza esiste, che c'è varietà di prodotto, che un prezzo basso non vuole sempre dire poca qualità o poca cura del prodotto e chissà che prima o poi la maggioranza non si renderà conto che non esiste solo un sistema operativo e che se vuole provarne altri, con un supporto che aiuta passo passo, può farlo senza spendere cifre esagerate!

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