Quando mi sono seduta al pc l'ho fatto perchè avrei dovuto scrivere il 
resoconto del convegno che si è tenuto a Grosseto il 13 dicembre e che ha visto, tra gli altri, protagonista Claudio
 Carboncini che presentava la Wiild. Avrei dovuto raccontare di una 
giornata dedicata alle tecnologie come strumento per un nuovo modo di 
fare didattica, di un convegno veramente interessante, ricco di 
contenuti e di esperienze che tuttavia, per me che vivo da anni nel 
“mondo open” è stato spunto di riflessione e mi ha spinto a chiedermi 
ancora una volta perchè i prodotti open non decollino.
Se andiamo ad analizzare la Wiild nello specifico, possiamo affermare 
senza timori di smentite che nulla ha da invidiare alla Lim in quanto 
simula a tutti gli effetti quel costoso prodotto che spesso nelle scuole
 viene utilizzato solo come proiezione dello schermo di un pc.
Se fino a qualche tempo fa poteva essere vero che la Wiild non era 
perfetta, c'erano difficoltà nel calibrarla, lentezze, blocchi e 
quant'altro, oggi, da quando c'è un sistema operativo creato ad hoc, il 
WiildOS, e i software per gestirla, come Open Sankorè, è diventata uno 
strumento veramente perfetto e che, con costi veramente limitati, offre 
la possibilità di avere un surrogato della lim in tutte le classi.
Se davvero la scuola è così aperta alle nuove tecnologie e al nuovo modo
 di fare didattica non vedo il motivo per il quale non si dovrebbero 
sfruttare strumenti ottimi e a costi irrisori.
Perchè? Perchè il mondo open non offre immediatezza di utilizzo? Non 
credo che si possa più dire e Claudio lo ha dimostrato con la sua 
presentazione. Incapacità di adattare la mentalità a un modo di pensare 
ormai radicato? Forse.... Si pensa ancora che tutto quello che 
appartenga a Linux e all'OpensSource in generale sia di nicchia e 
difficile, che perchè spesso gratuito  non dia affidabilità, ma le 
stesse persone che affermano queste verità assolute sono disposte a 
pagare prodotti che hanno malfunzionamenti e a non lamentarsi senza 
volersi veramente spingere a vagliare nuovi prodotti e tecnologie 
diverse da quelle alle quali sono abituati.
Il convegno aveva titolo “le strade che portano le tecnologie in classe”
 ma a me è parso che la strada fosse a senso unico. Se quelle 
meravigliose maestre che hanno saputo reinventarsi per salvare la loro 
scuola dalla chiusura imparando a usare il tablet e a sfruttarlo come 
strumento didattico avessero usato prodotti open forse i costi sostenuti
 dall'amministrazione comunale sarebbero stati inferiori e avrebbero 
potuto avere qualche cosa in più da offrire.
Sono speculazioni di una mente malata? Spero che invece le mie parole siano 
considerate da chi legge come una sfida a provare, a verificare e anche a
 criticare ma a posteriori e senza pregiudizi.

 
 
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