domenica 15 dicembre 2013

Le strade che portano le tecnologie a scuola sono lastricate da buone intenzioni

Quando mi sono seduta al pc l'ho fatto perchè avrei dovuto scrivere il resoconto del convegno che si è tenuto a Grosseto il 13 dicembre e che ha visto, tra gli altri, protagonista Claudio Carboncini che presentava la Wiild. Avrei dovuto raccontare di una giornata dedicata alle tecnologie come strumento per un nuovo modo di fare didattica, di un convegno veramente interessante, ricco di contenuti e di esperienze che tuttavia, per me che vivo da anni nel “mondo open” è stato spunto di riflessione e mi ha spinto a chiedermi ancora una volta perchè i prodotti open non decollino.
Se andiamo ad analizzare la Wiild nello specifico, possiamo affermare senza timori di smentite che nulla ha da invidiare alla Lim in quanto simula a tutti gli effetti quel costoso prodotto che spesso nelle scuole viene utilizzato solo come proiezione dello schermo di un pc.
Se fino a qualche tempo fa poteva essere vero che la Wiild non era perfetta, c'erano difficoltà nel calibrarla, lentezze, blocchi e quant'altro, oggi, da quando c'è un sistema operativo creato ad hoc, il WiildOS, e i software per gestirla, come Open Sankorè, è diventata uno strumento veramente perfetto e che, con costi veramente limitati, offre la possibilità di avere un surrogato della lim in tutte le classi.
Se davvero la scuola è così aperta alle nuove tecnologie e al nuovo modo di fare didattica non vedo il motivo per il quale non si dovrebbero sfruttare strumenti ottimi e a costi irrisori.
Perchè? Perchè il mondo open non offre immediatezza di utilizzo? Non credo che si possa più dire e Claudio lo ha dimostrato con la sua presentazione. Incapacità di adattare la mentalità a un modo di pensare ormai radicato? Forse.... Si pensa ancora che tutto quello che appartenga a Linux e all'OpensSource in generale sia di nicchia e difficile, che perchè spesso gratuito non dia affidabilità, ma le stesse persone che affermano queste verità assolute sono disposte a pagare prodotti che hanno malfunzionamenti e a non lamentarsi senza volersi veramente spingere a vagliare nuovi prodotti e tecnologie diverse da quelle alle quali sono abituati.
Il convegno aveva titolo “le strade che portano le tecnologie in classe” ma a me è parso che la strada fosse a senso unico. Se quelle meravigliose maestre che hanno saputo reinventarsi per salvare la loro scuola dalla chiusura imparando a usare il tablet e a sfruttarlo come strumento didattico avessero usato prodotti open forse i costi sostenuti dall'amministrazione comunale sarebbero stati inferiori e avrebbero potuto avere qualche cosa in più da offrire.
Sono speculazioni di una mente malata? Spero che invece le mie parole siano considerate da chi legge come una sfida a provare, a verificare e anche a criticare ma a posteriori e senza pregiudizi.

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