sabato 3 marzo 2012

Una Fedora al lampone con Rasperry Pi


Era il 2006 quando Eben Upton che lavorava presso l'Università di Cambridge notò che si stava verificando un calo a livello di studio e di apprendimento da parte degli studenti di quell’anno accademico verso l’informatica e di come l’approccio verso i computer anche da parte dei bambini stava cambiando.

Così, insieme ai colleghi dell'università, Rob Mullins e Alan Mycroft fece il giro delle scuole per individuare quale fosse la causa di questo cambiamento e capì che l’utenza era soggetta al monopolio di aziende produttrici di hardware e software.Da qui l’idea di realizzare un computer di dimensioni microscopiche, economico e che supportasse software non proprietario. Nacque così la Pi Raspberry Foundation che portò alla realizzazione di un pc che misura 85,60 millimetri x 17mm x 53,98 millimetri ed ha un peso di 45 grammi.

Sono passati quasi sei anni dall’idea iniziale ma il “lampone” ha finalmente visto la luce e non solo, dal momento che tutte le unità realizzate (10000) sono andate esaurite in pochissimo tempo.

Del Rasperry esistono addirittura due modelli:

il modello B dal costo di 35 dollari e che al momento è l’unico commercializzato e il modello A che ha un costo di 25 dollari e che non è ancora stato prodotto.

Il piccolissimo pc , nel modello B, è composto da una scheda madre che integra un processore ARM11 a 700 MHz (Broadcom BCM2835), 256 MB di SDRAM, uscite video RCA e HDMI, porta Ethernet, jack audio da 3,5 millimetri e due porte USB. Non è presente alcun disco fisso ma uno slot per memorycard sulla quale installare Fedora (come consigliato dalla Foundation) o anche Debian, Ubuntu e ArchLinux.

A differenza del modello B, il modello A non avrà la porta ethernet e sarà dotato soltanto di una porta USB attraverso la quale si avrà la connessione di rete.

Entrambi i modelli non sono forniti di alimentatore e schede Sd che dovranno essere acquistati a parte. La connessione Wi-Fi sarà possibile attraverso la porta USB.

Dopo il fallimento o quasi del progetto OLPC, è entusiasmante vedere questo computer grande quando una carta di credito e pensare che potrebbe sostituire i nostri desktop o quanto altro siamo abituati ad utilizzare.

Ovviamente la strada da percorrere è ancora lunga, le richieste sono state maggiori delle aspettative e la foundation non ha potuto farvi fronte, non si sa ancora quando e come verranno prodotte altre unità, ma quello che è a oggi un sassolino ha tutte le carte in regola, se ben gestito, per diventare una valanga.

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